Corporate & Commercial – Febbraio 2020
Con questo numero della Newsletter del Dipartimento Corporate & Commercial approfondiamo innanzitutto il tema dei diversi interventi legislativi che hanno interessato direttamente il D. Lgs. n. 231/2001 («Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica») nel corso dell’anno 2019 allo scopo di fornire una rassegna delle novità più rilevanti e del relativo potenziale impatto.
Esaminiamo poi il tema dell’avvento delle nuove tecnologie, che ha permesso alle “macchine intelligenti” di sostituire l’uomo in attività nelle quali, in passato, la partecipazione e l’intervento umano erano considerati indispensabili, quali l’attività contrattuale. Ci si chiede perciò se, ed entro quali limiti, possano le macchine intelligenti coinvolte nell’attività contrattuale essere considerate alla stregua di un qualsiasi altro soggetto di diritto.
Passiamo, quindi, ad affrontare il tema della disciplina dei vizi della cosa venduta. Con sentenza del 3 maggio 2019, infatti, la Corte di Cassazione a Sezioni Unite è intervenuta a chiarire se, in tema di garanzia per vizi della cosa venduta di cui all’art. 1490 c.c., il compratore che eserciti l’azione redibitoria ed estimatoria sia, o meno, gravato dell’onere di offrire la prova dell’esistenza dei vizi.
Per concludere, analizziamo il tema della “supersocietà di fatto“ e della soggezione al fallimento di quest’ultima, alla luce di una sentenza del Tribunale di Bergamo che ha deciso in ordine all’ammissibilità della partecipazione di una società di capitali ad una società di persone senza il rispetto dell’art. 2361, comma 2, c.c. e senza la preventiva adozione della decisione autorizzativa dei soci ex art. 2479, comma 2, c.c., ritenendo esistente tra i soggetti coinvolti una “supersocietà di fatto“, la cui esistenza è stata accertata dopo il fallimento della società di capitali che è risultata esserne socia insieme ad un imprenditore individuale.